20 dicembre 2025 ~ 26 aprile 2026
a cura di Luisa Berretti, Emanuele Pellegrini ed Ettore Spalletti
In occasione del bicentenario della nascita, il pittore Luigi Norfini (Pescia 1825–Lucca 1909) viene per la prima volta celebrato attraverso la mostra monografica Il pittore del re — Luigi Norfini nell’arte del Risorgimento.
La mostra è aperta al pubblico dal 20 dicembre 2025 al 26 aprile 2026 nelle due sedi di Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi, e di Pescia, Museo Palazzo Galeotti.
Il progetto espositivo propone un percorso inedito volto a ricostruire la figura di un pittore e patriota oggi scarsamente conosciuto, ma protagonista non minore degli avvenimenti figurativi, politici e culturali della seconda metà del diciannovesimo secolo.
Attraverso una selezione di dipinti e disegni, la mostra indaga il contributo di Norfini alla formazione dell’immaginario visivo del Risorgimento italiano, senza tralasciare una produzione ritrattistica, spesso raffinata, per Casa Savoia e per la nascente borghesia italiana.
L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Regione, Comuni, Scuola IMT Alti Studi di Lucca, offre un’occasione di approfondimento e riscoperta di un artista che seppe portare alla luce lo spirito di un’Italia in costruzione.
Comunicato stampa
a cura di Luisa Berretti, Emanuele Pellegrini, Ettore Spalletti
Casermetta del Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca
Museo Palazzo Galeotti, Pescia
20 dicembre 2025 – 26 aprile 2026
Dal 20 dicembre 2025 al 26 aprile 2026 la Casermetta del Museo Nazionale di Villa Guinigi di Lucca e il Museo Palazzo Galeotti di Pescia ospitano Il pittore del Re. Luigi Norfini nell’Italia del Risorgimento, la prima grande mostra monografica dedicata a Luigi Norfini (Pescia 1825–Lucca 1909), in occasione del bicentenario della nascita.
Figura centrale nella costruzione dell’immaginario risorgimentale e protagonista della vita culturale toscana di fine Ottocento, Norfini torna oggi al centro dell’attenzione con un progetto che ne riscopre la modernità e il ruolo di interprete della nuova identità nazionale.
Curata da Luisa Berretti, Emanuele Pellegrini ed Ettore Spalletti, l’esposizione rappresenta un’occasione unica per rivivere una stagione cruciale dell’arte italiana. Riunisce per la prima volta oltre trenta dipinti del maestro, posti in dialogo con opere dei protagonisti della pittura del Risorgimento come Giovanni Fattori, suo amico e coetaneo, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, insieme a prestiti provenienti da musei di Milano, Torino e Firenze e da collezioni private, molti dei quali mai esposti al pubblico. Il percorso trova un ideale completamento nelle opere di Norfini conservate nella collezione permanente del Museo Nazionale di Palazzo Mansi.
Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Giuseppe Bezzuoli, Norfini partecipò alle Guerre di Indipendenza come volontario a Curtatone, realizzando una serie di disegni direttamente sul campo che restano tra le testimonianze più vive del Risorgimento. Legato a Casa Savoia e alle istituzioni accademiche fiorentine e lucchesi, di cui ricoprì anche il ruolo di direttore, svolse un’intensa attività pubblica, organizzando mostre e promuovendo la tutela del patrimonio artistico. A Lucca, città della sua maturità, divenne un punto di riferimento per la cultura figurativa locale e nazionale.
La mostra racconta una vicenda tutta da riscoprire: quella di un artista capace di dare un volto all’Italia che stava nascendo, autore di grandi quadri di battaglia e raffinato ritrattista della nuova borghesia e dei primi sovrani d’Italia. Tra le opere emblematiche spicca il Ritratto di Vittorio Emanuele II (1878), in cui la tensione tra ufficialità e presa dal vero raggiunge esiti di intensa modernità. Nel corso di oltre mezzo secolo, Norfini contribuì a definire il linguaggio visivo della Toscana ottocentesca, unendo impegno civile e sensibilità artistica.
Organizzata in sezioni tematiche, l’esposizione, oltre a mettere in luce la storia e la carriera del pittore, a partire dagli esordi, attraversa la storia italiana dall’Unità ai primi anni del Novecento, evocando i protagonisti e gli episodi che ne segnarono il cammino – da Silvio Pellico a Vincenzo Gioberti e Giuseppe Giusti. Accosta opere suggestive e poco note: accanto alle grandi tele raffiguranti episodi di battaglie delle guerre di Indipendenza, presto entrate in possesso del re Vittorio Emanuele II, sono esposte opere di Carlo Ademollo, Fattori, Lega e Signorini, creando un confronto inedito e stimolante. Arricchiscono inoltre il percorso dipinti significativi, come la Visita del Re Vittorio Emanuele al Castello di Brolio (ca. 1870), eseguiti per i Baroni Ricasoli a Brolio, nel Chianti, per i quali decorò il Castello, testimonianza del forte legame con Bettino Ricasoli, e la tela Il Duca di Monmouth che chiede perdono (1873), realizzata per il collezionista inglese Frederick Stibbert, appartenente al filone di carattere storico e una serie di ritratti della nascente borghesia italiana, nonché gli ultimi, suggestivi, interni di studio. La mostra è stata anche l’occasione per valorizzare spazi museali di Villa Guinigi e di Palazzo Gaeleotti di a Pescia e opere restaurate ed estratte per l’occasione dai depositi.
Per tutta la durata della mostra saranno organizzate attività didattiche e visite guidate condotte da specialisti, oltre a laboratori dedicati alle scuole, per avvicinare il pubblico di tutte le età alla figura di Norfini e al contesto del suo tempo.
Luigi Norfini
Pittore, patriota e maestro, Luigi Norfini (Pescia, 1825 – Lucca, 1909) fu interprete d’eccezione del suo tempo. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze con Giuseppe Bezzuoli e Luigi Mussini, l’artista conobbe il fermento culturale che animava la Toscana dell’Ottocento, stringendo amicizie con i protagonisti della pittura del momento, tra cui Giovanni Fattori e Silvestro Lega. Norfini visse in prima persona il Risorgimento: nel 1848 partì volontario per combattere a Curtatone, un'esperienza fondamentale per la sua vicenda umana e la sua pratica artistica. Le grandi tele che dedica alle battaglie di Novara, Palestro e San Martino raccontano l’Italia che nasce ma anche la dignità e il coraggio degli uomini e le donne che la stavano costruendo. Il suo talento fu presto riconosciuto e apprezzato anche dai Savoia: realizzò infatti diversi dipinti per i primi sovrani d'Italia, tra cui il grande ritratto di Vittorio Emanuele II per la sala del Trono del Palazzo del Quirinale. Accanto alla pittura di storia, Norfini fu un raffinato ritrattista della nascente borghesia italiana: banchieri, avvocati ed eruditi che si affidarono al suo pennello capace di cogliere, con eleganza e modernità, l’essenza dell’individuo. Direttore del Regio Istituto di Belle Arti di Lucca per oltre vent’anni, membro di numerose accademie e insignito di svariati premi, Norfini fu un instancabile promotore di cultura e apprezzato maestro, lasciando un’impronta decisiva nei numerosi allievi con cui mantenne relazioni profonde e affettuose per tutta la vita.
La mostra è promossa dai Musei Nazionali di Lucca, Direzione Regionale Musei della Toscana, Comune di Lucca, Scuola IMT Alti Studi, Lucca, Museo Palazzo Galeotti, Pescia, Comune di Pescia; realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, della Direzione Generale Musei, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e della Regione Toscana.
Opere di Pescia Musei
mostra a cura di Livia Fasolo e Claudia Massi
8 febbraio — 7 settembre 2025
DUE SECOLI DI DISEGNO
Opere dei Musei di Pescia
8 Febbraio — 2 Giugno 2025
mostra a cura di Livia Fasolo e Claudia Massi
L'esposizione presenta disegni recentemente inventariati e riportati alla luce e si offre come una panoramica dell’arte del disegno approfondendo le opere di quattro artisti vissuti in momenti storici diversi: Alberico Carlini (1703-1777), Innocenzo Ansaldi (1734-1816), Luigi Norfini (1825-1909) e Libero Andreotti (1875-1933).
Questi artisti, nati tutti nel territorio di Pescia, si sono formati e hanno sviluppato le loro carriere anche in altri centri d’Italia o all’estero. Tutti hanno lasciato nella loro città natale tracce imprescindibili sotto forma di album, fogli e disegni di grande valore.
Ognuno dei nuclei presenti a Pescia è un unicum, che costituisce il più delle volte la sola testimonianza dell’attività grafica di questi artisti (come nel caso di Carlini e di Ansaldi). Anche per Norfini, pittore ottocentesco di battaglie dalla carriera più articolata di quanto non si credesse, i disegni conservati a Pescia sono uno dei gruppi più consistenti, insieme a quello del Gabinetto dei Disegni di Castello Sforzesco a Milano.
La quantità e la qualità dei disegni dello scultore Libero Andreotti, qui esposti non solo quali studi preparatori ma anche come opere dal valore autonomo, rendono il corpus grafico della Gipsoteca e dei musei di Pescia di estremo interesse per gli studiosi.
La mostra è anche il risultato del lavoro svolto da Simona Lunatici, che ha curato l’inventariazione delle opere grafiche: quasi mille disegni di Libero Andreotti e oltre mille stampe e disegni provenienti dal fondo antico e novecentesco del Museo Civico che saranno inseriti nel catalogo generale dei beni culturali.